Confindustria Vicenza

Decreto trasparenza: “Si tratta di una persecuzione burocratica deliberata"

Il Vicepresidente Favero: "Il Ministero del lavoro aggrava, ancora una volta, i compiti di chi produce valore aggiunto”.

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“Anziché aiutare le imprese ad affrontare questo periodo di estrema difficoltà che purtroppo, come indicato anche dall’Istat, sfocerà in un autunno davvero difficile per tutti, il Ministero del Lavoro conferma il proprio atteggiamento persecutorio nei confronti di chi in Italia crea valore aggiunto”, afferma Vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega alle Relazioni Industriali Alberto Favero.

Il riferimento è il Decreto Legislativo n. 104/2022, cd “Decreto Trasparenza, che attua la Direttiva UE 2019/1152 relativa alle condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell'Unione Europea la quale, così come recepita secondo quanto predisposto dal Ministero del Lavoro solamente lo scorso 29 luglio, con entrata in vigore dal 13 agosto, che pone in capo al datore di lavoro nuovi e specifici obblighi di informazioni relativi alle condizioni applicate al rapporto di lavoro.

“Ci sono tutta una serie di aspetti critici che danno il senso di come la burocrazia capitolina si occupi dei temi riguardanti il lavoro – aggiunge Favero -In primis, i tempi che costringono le aziende, in brevissimo tempo, in un periodo in cui moltissimi dipendenti e anche consulenti avrebbero diritto di godere delle meritate ferie, ad assolvere oneri burocratici davvero assurdi. Infatti, non contenti di mettere in difficoltà le aziende dal punto di vista dell’organizzazione del personale, stiamo anche parlando di oneri amplificati rispetto a quanto richiesto dalla direttiva europea che, peraltro, dava ampio margine ai singoli paesi affinché potessero venire incontro alle aziende mettendole nelle condizioni di assolvere ai nuovi doveri di trasparenza senza rendere loro la vita impossibile. Ovviamente così non è stato.

"Nonostante le numerose e tempestive sollecitazioni di Confindustria, siamo ancora in attesa dei necessari chiarimenti che dovranno essere forniti dal Ministero del Lavoro per poter predisporre le indicazioni operative - conclude Favero -. Siamo in una situazione di persecuzione burocratica deliberata. È incredibile come la distanza che oggi si percepisce tra le istanze del sistema produttivo e un’istituzione ministeriale che si conferma chiusa in una visione stereotipata e datata del mondo delle imprese”.



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