Coronavirus, Confindustria Vicenza: dalle istituzioni servono direttive chiare per le aziende

“Il comportamento delle aziende, fin dalle prime ore, è stato di grande responsabilità, cautela e serietà. La collaborazione a tutela della salute pubblica è stata ovviamente e giustamente messa davanti ad ogni altra necessità. Da parte nostra abbiamo attivato tutti i canali e offerto tutta la consulenza necessaria ad affrontare questi primi giorni, adoperando, come sistema delle imprese vicentine, tutta la flessibilità che una situazione di emergenza come questa richiede. Ora, passati quasi 5 giorni dal primo caso segnalato in Veneto, c’è però bisogno che le istituzioni diano delle indicazioni chiare e precise di come un’azienda deve comportarsi sia con i propri dipendenti, sia con i propri fornitori e clienti, finanche con i numerosissimi partner esteri che chiamano preoccupati le nostre aziende esportatrici.

Appena avremo indicazioni chiare e precise, come sistema confindustriale siamo sicuri che il coordinamento da parte nostra e la collaborazione delle nostre aziende sarà totale. Ma c’è bisogno di una regia unica e coordinata che parta dalle istituzioni preposte ad occuparsi della salute pubblica, altrimenti le ripercussioni sulla normale operatività delle aziende rischiano di essere gravi.

Dopo i primi momenti di comprensibile emergenza, ora non è più possibile andare in ordine sparso. E in questo senso noi ci mettiamo a disposizione delle istituzioni per fare la nostra parte”.

Il Direttore Generale di Confindustria Vicenza Daniele Valeri chiede certezza sul modus operandi che le imprese vicentine debbano tenere per salvaguardare la salute delle persone e proseguire, con i limiti del caso, le proprie attività.

“Nella sola giornata di lunedì – afferma Valeri – abbiamo ricevuto oltre 200 telefonate da imprese preoccupate della ripercussione dell’emergenza sia per quanto riguarda la produzione che il commercio. Ma allo stesso tempo abbiamo riscontrato una sensibilità totale e prioritaria nei confronti della prevenzione e tutela della salute dei lavoratori; tanto è vero che stiamo collaborando attivamente con le organizzazioni sindacali per evitare di infondere inutili allarmismi, contribuendo a diffondere le informazioni corrette e, allo stesso tempo, a monitorare la situazione”.

Le ripercussioni sul territorio, infatti, si sono già verificate nella loro concretezza: “Ci sono aziende – prosegue il Direttore di Confindustria Vicenza - che nell’arco di 2 giorni hanno deciso di annullare la partecipazione a fiere internazionali per cui si investono decine di migliaia di euro e centinaia di ore di lavoro per tutelare i propri collaboratori, andando ben oltre a quanto richiesto dai protocolli. Altre hanno sospeso o rimandato interventi tecnici, viaggi commerciali o importanti meeting. Speriamo che questo duri poco perché i danni ci sono, ci saranno e dobbiamo contenerli. Per farlo abbiamo bisogno che venga fatta chiarezza a livello locale e a livello perlomeno di Unione Europea. Non è possibile che in ordine sparso i veneti e i lombardi vengano messi nelle condizioni di non sapere cosa fare e dove possano andare o non andare. Idem per quanto riguarda gli arrivi, perché i paesi che obbligano alla quarantena chiunque sia passato per il Veneto di fatto impediscono ai propri cittadini di venire qui.

In una provincia come la nostra che conta il terzo export nazionale, avere chiarezza su cosa fare e cosa non fare, su chi ospitare e chi no, su come rassicurare o semplicemente cosa dire a tutti coloro che hanno a che fare con le nostre aziende. Perché qui parliamo di aziende manifatturiere: non si può fare tutto online”.

“Questo è il momento in cui i privati non possono e non devono muoversi da soli – conclude Daniele Valeri -. Dobbiamo adottare delle misure ponderate come sistema e, il prima possibile, stabilire i comportamenti adeguati ed essere chiari con un tessuto che, nelle emergenze, ha sempre risposto presente.

Ripetiamo: siamo a disposizione, con le nostre competenze, a interloquire con i tavoli che le autorità preposte decidessero di istituire”.