Confindustria Vicenza

L'industria europea contro la plastic tax: "In Italia a rischio 50.000 lavoratori e 2000 PMI"

Zelcher: "In pericolo eccellenza italiana". De Tomi scrive ai parlamentari del territorio: "Difendete le aziende che sarebbero travolte".

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Le tre principali associazioni europee dell’industria della filiera della plastica, European Plastics Converters, guidata dall'imprenditore vicentino Renato Zelcher (Consigliere della Sezione Materie Plastiche e Gomma di Confindustria Vicenza), Plastic Europe e Plastic Recyclers Europe si scagliano contro la proposta di Plastic tax paventata per la manovra di bilancio italiana.

Dopo la presa di posizione del Presidente della Sezione Materie Plastiche e Gomma di Confindustria Vicenza, Luigi De Tomi, che proprio oggi ha rivolto una lettera ai parlamentari del territorio chiedendo di “attivarsi a difesa delle aziende delle materie plastiche italiane e di quelle degli altri settori che sarebbero travolti dall’introduzione di questa tassa”; arriva il comunicato ufficiale dei presidenti delle tre federazioni europee che si sono incontrati a Düsseldorf al K trade show.

Javier Constante di PlasticsEurope, Ton Emans di Plastic Recyclers Europe e, appunto, Renato Zelcher, denunciano come la cosiddetta Plastic Tax proposta in Manovra non potrà che avere un impatto negativo sia in termini di posti di lavoro sia per quanto riguarda i consumatori che subirebbero le esternalità negative di questa tassa. Un’enormità, visto che si parla di 1000 euro a tonnellata sul packaging plastico, quando la materia prima costa meno di un euro al chilo.

Il comunicato ricorda poi come l’Italia sia la seconda industria europea del settore e questa tassa metterebbe a rischio la sopravvivenza di circa 2000 PMI e 50.000 lavoratori in tutta filiera. Un impatto che scatenerebbe una ripercussione a catena sull’intera economia basti pensare che Federconsumatori stima in 140 euro l’aumento di spesa per famiglia derivante da questa tassa.

Renato Zelcher ha aggiunto che questa misura mette in pericolo la sopravvivenza di un settore che in Italia rappresenta un’eccellenza, penalizzando i prodotti e non i comportamenti sbagliati, e che questa misura andrebbe a vanificare gli investimenti e gli sforzi dell’industria plastica italiana verso l’economia circolare.

Le materie plastiche e i conseguenti prodotti, ivi compresi gli imballaggi, sono fondamentali per ridurre lo spreco di cibo, ridurre i costi diretti e indiretti di trasporto e quindi per risparmiare energia e diminuire le emissioni di CO2. Materiali alternativi, molto spesso, hanno un maggiore impatto ambientale rispetto alla plastica.

L’obiettivo di raggiungere quota 10 milioni di tonnellate di plastica riciclata nel mercato europeo, come previsto dai piani della Commissione, - continua il comunicato - è di certo ambizioso ma perfettamente in linea con gli sforzi e gli investimenti che la filiera della plastica sta mettendo in campo. Di certo la “messa la bando” della plastica o tassazioni come quella prevista in manovra, non aiutano questo processo. Al contrario, sono iniziative che impattano sull’intero settore mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro in un periodo, peraltro di stagnazione dell’economia continentale.

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